L’amilasi è un enzima prodotto dalle cellule del pancreas che favorisce la digestione degli alimenti nell’organismo. L’amilasi, però, non è prodotta solo dal pancreas, ma anche dalle ghiandole salivari e, nelle donne, dalle tube di Falloppio. Questo significa che, per diagnosticare la corretta funzionalità del pancreas, occorre dosare solo la parte di amilasi prodotta specificatamente da questo organo. Ma, ancora non è sufficiente, perché questo enzima viene eliminato molto velocemente dall’organismo, per cui spesso l’amilasi è normale
nel sangue (anche se si ha una sofferenza del pancreas), ma non è normale nelle urine che, quindi, devono essere a loro volta analizzate. Inoltre, altri due enzimi, la lipasi e l’elastasi, si alterano in presenza di un cattivo funzionamento di questo organo, per cui, per verificare la funzionalità del pancreas, è consigliabile eseguire:

l’analisi dell’amilasi totale nel sangue
l’analisi dell’amilasi pancreatica nel sangue, cioè gli “isoenzimi pancreatici”
l’analisi dell’amilasi nelle urine chiamata “amilasuria”
la lipasi
l’elastasi fecale, il più recente tra gli esami di controllo del pancreas.

PERCHE’ SI ESEGUONO

Si tratta di esami che vengono consigliati dal medico in presenza di sintomi che portano a pensare ad una insufficienza pancreatica (pancreatite) acuta o cronica. Non sono, quindi, esami di routine. I sintomi che possono allarmare il medico sono, per esempio, forte dolore addominale, dimagrimento, cattiva digestione, meteorismo, il tutto senza cause apparenti.

COME SI FANNO

Le analisi dell’amilasi totale, dell’amilasi pancreatica e della lipasi sono normali prelievi di sangue.
L’analisi dell’amilasi nelle urine, l’”amilasuria”, consiste in un campione di urine che può essere prelevato in qualsiasi ora della giornata.
L’elastasi fecale consiste nella raccolta di un campione di feci, della grandezza di una nocciola, in un contenitore sterile con l’aiuto di una spatola o di una paletta.

Per l’esecuzione di queste analisi non è necessaria alcuna specifica preparazione, né il digiuno. Anche i farmaci non influiscono sul risultato, anche se è sempre consigliabile che il medico sia a conoscenza di eventuali cure in corso. Le feci e le urine devono essere raccolte in un contenitore sterile e monouso che può essere acquistato in farmacia o richiesto direttamente al laboratorio presso il quale si intende far analizzare gli esami.

COSA SIGNIFICANO

AMILASI TOTALE

Se il suo valore è più alto rispetto a quello normale, è consigliabile approfondire l’argomento perché potrebbe trattarsi di un malessere che colpisce il pancreas, ma anche da una eccessiva produzione da parte delle ghiandole salivari.
Se il suo valore è più basso del normale, l’alterazione non ha alcun significato clinico e non è preoccupante.

ANALISI DELL’AMILASI PANCREATICA NEL SANGUE O “ISOENZIMI PANCREATICI”

Se il suo valore rimane normale, anche se le amilasi totali sono alterate, non si può dedurre una diagnosi di insufficienza pancreatica. Questo perché significa che l’alterazione è causata da un aumento di produzione di amilasi da parte delle ghiandole salivari e non è, invece, dovuta ad un malfunzionamento del pancreas.
Se il suo valore è più alto rispetto a quello normale, si ha la certezza di trovarsi di fronte ad una insufficienza pancreatica.
Se il suo valore è più basso rispetto a quello normale, non ha nessun significato clinico perché è un enzima che si trova normalmente nel sangue con valori molto bassi.

ANALISI DELL’AMILASI NELLE URINE O “AMILASURIA”:

Se il suo valore è più alto rispetto a quello normale siamo di fronte ad una insufficienza pancreatica anche se i valori dell’analisi del sangue non sono alterati. L’amilasi nelle urine, infatti, si altera a distanza di alcune ore rispetto a quella nel sangue (che viene eliminata velocemente) se il pancreas non funziona correttamente.
Se il suo valore è più basso rispetto a quello normale, non ha nessun significato clinico e non è preoccupante.

LIPASI:

Se il risultato è più alto del normale, abbiamo la certezza di trovarci di fronte ad una pancreatite. Questo, infatti, è un enzima che si altera a distanza di tempo rispetto all’amilasi solo in presenza di un malfunzionamento del pancreas e, quindi, è utile anche per tenere sotto controllo l’evolversi della malattia.

ELASTASI FECALE:

Se il suo valore è più alto rispetto a quello normale, non è preoccupante e non ha alcun rilievo clinico.
Se il suo valore è più basso rispetto al normale, significa che la persona soffre di insufficienza pancreatica (che diventa preoccupante se il valore si riduce tra 1 e 99 U.I.). L’importanza di questa analisi sta nel fatto che dosa un enzima che si altera immediatamente, fin dall’inizio della malattia.

L’amilasi è un enzima prodotto dalle cellule del pancreas che favorisce la digestione degli alimenti nell’organismo. L’amilasi, però, non è prodotta solo dal pancreas, ma anche dalle ghiandole salivari e, nelle donne, dalle tube di Falloppio. Questo significa che, per diagnosticare la corretta funzionalità del pancreas, occorre dosare solo la parte di amilasi prodotta specificatamente da questo organo. Ma, ancora non è sufficiente, perché questo enzima viene eliminato molto velocemente dall’organismo, per cui spesso l’amilasi è normale
nel sangue (anche se si ha una sofferenza del pancreas), ma non è normale nelle urine che, quindi, devono essere a loro volta analizzate. Inoltre, altri due enzimi, la lipasi e l’elastasi, si alterano in presenza di un cattivo funzionamento di questo organo, per cui, per verificare la funzionalità del pancreas, è consigliabile eseguire:

l’analisi dell’amilasi totale nel sangue
l’analisi dell’amilasi pancreatica nel sangue, cioè gli “isoenzimi pancreatici”
l’analisi dell’amilasi nelle urine chiamata “amilasuria”
la lipasi
l’elastasi fecale, il più recente tra gli esami di controllo del pancreas.

PERCHE’ SI ESEGUONO

Si tratta di esami che vengono consigliati dal medico in presenza di sintomi che portano a pensare ad una insufficienza pancreatica (pancreatite) acuta o cronica. Non sono, quindi, esami di routine. I sintomi che possono allarmare il medico sono, per esempio, forte dolore addominale, dimagrimento, cattiva digestione, meteorismo, il tutto senza cause apparenti.

COME SI FANNO

Le analisi dell’amilasi totale, dell’amilasi pancreatica e della lipasi sono normali prelievi di sangue.
L’analisi dell’amilasi nelle urine, l’”amilasuria”, consiste in un campione di urine che può essere prelevato in qualsiasi ora della giornata.
L’elastasi fecale consiste nella raccolta di un campione di feci, della grandezza di una nocciola, in un contenitore sterile con l’aiuto di una spatola o di una paletta.

Per l’esecuzione di queste analisi non è necessaria alcuna specifica preparazione, né il digiuno. Anche i farmaci non influiscono sul risultato, anche se è sempre consigliabile che il medico sia a conoscenza di eventuali cure in corso. Le feci e le urine devono essere raccolte in un contenitore sterile e monouso che può essere acquistato in farmacia o richiesto direttamente al laboratorio presso il quale si intende far analizzare gli esami.

COSA SIGNIFICANO

AMILASI TOTALE

Se il suo valore è più alto rispetto a quello normale, è consigliabile approfondire l’argomento perché potrebbe trattarsi di un malessere che colpisce il pancreas, ma anche da una eccessiva produzione da parte delle ghiandole salivari.
Se il suo valore è più basso del normale, l’alterazione non ha alcun significato clinico e non è preoccupante.

ANALISI DELL’AMILASI PANCREATICA NEL SANGUE O “ISOENZIMI PANCREATICI”

Se il suo valore rimane normale, anche se le amilasi totali sono alterate, non si può dedurre una diagnosi di insufficienza pancreatica. Questo perché significa che l’alterazione è causata da un aumento di produzione di amilasi da parte delle ghiandole salivari e non è, invece, dovuta ad un malfunzionamento del pancreas.
Se il suo valore è più alto rispetto a quello normale, si ha la certezza di trovarsi di fronte ad una insufficienza pancreatica.
Se il suo valore è più basso rispetto a quello normale, non ha nessun significato clinico perché è un enzima che si trova normalmente nel sangue con valori molto bassi.

ANALISI DELL’AMILASI NELLE URINE O “AMILASURIA”:

Se il suo valore è più alto rispetto a quello normale siamo di fronte ad una insufficienza pancreatica anche se i valori dell’analisi del sangue non sono alterati. L’amilasi nelle urine, infatti, si altera a distanza di alcune ore rispetto a quella nel sangue (che viene eliminata velocemente) se il pancreas non funziona correttamente.
Se il suo valore è più basso rispetto a quello normale, non ha nessun significato clinico e non è preoccupante.

LIPASI:

Se il risultato è più alto del normale, abbiamo la certezza di trovarci di fronte ad una pancreatite. Questo, infatti, è un enzima che si altera a distanza di tempo rispetto all’amilasi solo in presenza di un malfunzionamento del pancreas e, quindi, è utile anche per tenere sotto controllo l’evolversi della malattia.

ELASTASI FECALE:

Se il suo valore è più alto rispetto a quello normale, non è preoccupante e non ha alcun rilievo clinico.
Se il suo valore è più basso rispetto al normale, significa che la persona soffre di insufficienza pancreatica (che diventa preoccupante se il valore si riduce tra 1 e 99 U.I.). L’importanza di questa analisi sta nel fatto che dosa un enzima che si altera immediatamente, fin dall’inizio della malattia.

Le ossa sono formate da tessuto che si evolve in continuazione per mantenerle sane e forti e in cui intervengono più fattori. Quindi, per sapere se una persona soffre di una malattia a carico delle ossa con perdita della loro consistenza, le analisi di laboratorio consigliate sono:

  • Il calcio (Ca) o calcemia
  • Il fosforo (P)
  • La calcitonina (CT)
  • Il paratormone
  • La vitamina D
  • L’osteocalcina (OC)
  • Le piridinoline o il telopeptide.

In passato veniva utilizzato anche un altro esame, chiamato idrossiprolinuria, una analisi delle urine diventata ormai obsoleta perché facilmente alterabile da fattori esterni come il cibo e sostituita, oggi, dall’analisi più precisa delle piridinoline.

PERCHE’ SI ESEGUONO

Si tratta di analisi eseguite per diagnosticare la presenza o meno di una malattia o di un impoverimento delle ossa. In particolare, l’analisi del calcio è una analisi di routine che il medico prescrive per avere sempre sotto controllo lo stato delle ossa. Il calcio, infatti, normalmente ha pochissime oscillazioni, per questo, se dovesse risultare alterato si consigliano approfondimento con le altre analisi per capire dove il sistema di rigenerazione ossea si è inceppato. Durante la menopausa, che è una condizione in cui la donna si trova ad avere una alterazione naturale del suo stato ormonale perché non ha più il ciclo mestruale e questo porta ad un impoverimento delle ossa, oltre all’analisi del calcio, è generalmente prescritto dal medico anche l’esame della M.O.C. (Mineralometria Ossea Computerizzata). Questa è una indagine di radiologia in grado di fotografare con precisione lo stato di salute del tessuto osseo.

COME SI FANNO

Si tratta quasi per tutte di analisi di laboratorio che consistono in un semplice prelievo di sangue e solo l’esame delle piridinoline e del telopeptide sono esami delle urine. In questo caso il campione di urine deve essere prelevato preferibilmente di primo mattino, così sono più concentrate e si analizzano meglio. Il contenitore monouso viene fornito direttamente dal laboratorio di analisi quando si esegue l’esame oppure può essere acquistato in farmacia. Si tratta di analisi per cui è consigliato il digiuno per evitare che il cibo interferisca con il risultato, fatta eccezione per l’analisi del paratormone per cui il digiuno è necessario e per l’analisi delle piridinoline e del telopeptide che possono, invece, essere anche estemporanee. L’assunzione di farmaci non influenza il risultato anche se è sempre opportuno che il medico sia informato di eventuali terapie in corso.

COSA SIGNIFICANO

CALCIO (CA) O CALCEMIA

Se il risultato è più alto rispetto al valore normale, abbiamo una ipercalcemia nel sangue che può essere causata da un iperparatiroidismo (cioè la paratiroide produce troppi ormoni), da un eccesso di vitamina D nel sangue, da insufficienza renale, dall’uso di diuretici o contraccettivi o da un tumore delle ossa.
Se il risultato dell’analisi è più basso rispetto al normale, potrebbe essere ipoparatiroidismo (cioè la paratiroide produce ormoni in quantità scarsa), una carenza di vitamina D, un deficit dell’apporto di calcio con il cibo o una sua eccessiva perdita con le feci o con le urine dovute a cause da approfondire.

FOSFORO (P)

Questo elemento fa in modo che la rigidità dell’osso non sia eccessiva.

Se l’analisi risulta superiore al normale, potrebbe trattarsi di presenza di un iperparatiroidismo o di un eccesso di vitamina D nel sangue.
Se l’analisi risulta più bassa rispetto a questi valori, potrebbe essere dovuta a ipoparatiroidismo, malassorbimento degli alimenti nell’intestino, digiuno prolungato o ad una malattia del fegato.

CALCITONINA (CT)

Questo ormone cerca di rallentare il processo di distruzione dell’osso per mantenere il corretto equilibrio nel suo rinnovamento.

Se questo ormone cerca di rallentare il processo di distruzione dell’osso per mantenere il corretto equilibrio nel suo rinnovamento.

PARATORMONE:

Questo ormone cerca di mantenere stabile la quantità di calcio nel sangue..

Se il risultato è più alto del normale, indica un iperparatiroidismo, che può essere causato da una scarsa concentrazione di calcio nel sangue (questo ormone, quindi, interviene per stimolare l’attività degli osteoblasti, che costituiscono la struttura dell’osso) o da un tumore della paratiroide, che smette di funzionare correttamente.
Se il risultato è più basso rispetto a questi valori indica un ipoparatiroidismo che può essere causato da una eccessiva presenza di calcio nel sangue (per questo il paratormone non interviene nella stimolazione) o da un tumore alla paratiroide.

VITAMINA D:

E’ una vitamina prodotta dal rene che favorisce l’assorbimento del calcio ingerito con gli alimenti.

Se il risultato è più alto rispetto al normale, potrebbe indicarne una eccessiva ingestione e assorbimento nell’intestino, quindi, diventa tossica per l’organismo.
Se il risultato è più basso rispetto ai valori normali, indica una sua insufficiente assunzione tramite il cibo o una scarsa esposizione alla luce del sole (che ne stimola la produzione) o una malattia del fegato. Questo può provocare rachitismo nei bambini e malattia delle ossa nell’adulto.

OSTEOCALCINA (OC):

Questa analisi indica il tipo di attività degli osteoblasti, che formano l’osso.

Se il risultato è più alto rispetto al normale, potrebbe indicare la presenza di ipertiroidismo o di osteoporosi (cioè impoverimento dell’osso).
Se il risultato è più basso rispetto ai valori normali, indica che la formazione e rigenerazione degli osteoblasti è lenta e ridotta.

PIRIDINOLINE:

Questa ricerca indica l’attività degli osteoclasti di “distruzione” dell’osso per permetterne il rinnovamento.

Se il risultato è più alto rispetto al normale, siamo in presenza di osteoporosi.
Se il risultato è più basso rispetto al normale, significa che l’osso non si rigenera a sufficienza e deve esserne approfondita la causa (per esempio, potrebbe essere dovuto agli ormoni prodotti dalla paratiroide).

TELOPEPTIDE:

E’ un esame che ha lo stesso significato dell’analisi delle piridinoline ed indica l’attività degli osteoclasti..

Se il risultato è più alto rispetto al normale, siamo in presenza di osteoporosi.
Se il risultato è più basso rispetto al normale, significa che l’osso non si rigenera a sufficienza e deve esserne approfondita la causa.

Il Reuma test, la Reazione di Waaler Rose e la presenza di anticorpi anti-CCP, cioè anti-citrullina, sono analisi di laboratorio consigliate dal medico per osservare se la persona soffre di artrite reumatoide, una malattia degenerativa cronica e progressiva che interessa soprattutto le articolazioni, provocando serie difficoltà di movimento e deformazioni.

PERCHE’ SI ESEGUE

Il Reuma test è un esame di screening per vedere se la persona soffre di una malattia autoimmune. Se questo esame è alterato, generalmente si tratta di artrite reumatoide, la più diffusa. Sono frequenti, però, le alterazioni di quest’analisi anche se si soffre di altri tipi di malattie autoimmuni come il “lupus eritematoso” (una malattia che oltre a una alterazione alle articolazioni provoca uno sfogo cutaneo tale da far apparire la sua testa simile a quella di un lupo) e quant’altro. Per avere la certezza che si tratti di artrite reumatoide, quindi, è consigliabile eseguire la Reazione di Waaler Rose come approfondimento e conferma.

Fino ad oggi, queste erano le analisi a disposizione del medico per evidenziare la presenza della malattia, analisi che si basavano sulla presenza del sangue del cosiddetto “fattore reumatoide”. La sua specificità, però, è scarsa perché la sua positività (cioè la sua presenza) si può riscontrare in molte malattie reumatiche ed infettive e persino nel 3-5 per cento delle persone sane. Grazie all’analisi degli anticorpi anti-CCP (anticitrullina), invece, si è in grado di diagnosticare l’artrite reumatoide in modo specifico e di selezionare le persone che ne soffrono addirittura quando non si sono ancora sviluppate lesioni articolari.

COME SI FA

Si tratta di semplici prelievi del sangue. Per l’esecuzione di queste analisi è consigliabile il digiuno dalla sera precedente il prelievo. Se si stanno assumendo alcuni medicinali come il cortisone o quelli chiamati immunosoppressivi, è necessario avvisare il medico perché questi riducono la produzione degli anticorpi che si vanno a ricercare, falsando, così, la diagnosi (a meno che le analisi si stiano eseguendo proprio per monitorare la cura e verificare che i medicinali siano effettivamente efficaci).

COSA SIGNIFICA

REUMA TEST

Se l’esito dell’analisi è più alto rispetto al valore normale, si può sospettare la presenza dell’artrite reumatoide (soprattutto se vi sono anche sintomi evidenti come dolore di alcune articolazioni, in particolare la mattina).

REAZIONE DI WAALER ROSE

Se nel referto si trova l’indicazione “assente” o “negativo”, si può escludere l’artrite reumatoide e si andrà, allora, a indagare di quale altro tipo di malattia autoimmune si tratta con le analisi specifiche del caso (per esempio, con la ricerca degli anticorpi antinucleo per vedere se si tratta di “lupus eritematoso” e quant’altro).
Se il risultato è “presente” o “positivo”, significa che la persona soffre di artrite reumatoide.

ANTICORPI ANTI-CCP:

Se nel referto si trova l’indicazione “assente” o “negativo”, la persona non soffre di artrite reumatoide
Se il risultato è “presente” o “positivo”, significa che la persona soffre di artrite reumatoide.